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IL PORTIERE (parte prima)

Crescere giovani portieri in casa è una via percorribile, ma occorre professionalità, capacità e conoscenze da parte di chi li allena, occorre società in grado di credere nei progetti a medio-lungo TERMINE capaci di investire non solo nel portiere ma anche in chi insegnerà a loro il ruolo.

Servono allenatori coraggiosi disposti a non bruciare giovani al primo errore, occorre conoscenza da parte di chi valuta in tutti i settori il nostro numero uno e soprattutto occorrono giovani pronti a fare sacrifici.

Questa è una delle differenze tra i nostri giovani e la maggioranza dei portieri stranieri, se pensiamo che in Italia le ore di educazione fisica nelle scuole sono sempre meno, che gli oratori ospitano sempre meno bambini, che nei parchi è quasi vietato giocare a pallone, che per fare una porta non si trovano due alberi, che se sudi la mamma non ti fa giocare più per 3 mesi e che i vasi in casa sono finiti, allora è chiaro che le basi motorie le puoi solo costruire quell’ora e mezzo che vai al campo della tua società sportiva dove magari corri per un ora!!!

Il ruolo del portiere è un ruolo che mi ha sempre affascinato , un ruolo dove sei solo a decidere , dove sei tu nel bene e nel male il vero protagonista . Quando ho iniziato a giocare nei lontani anni 80 veniva messo in porta chi non aveva grosse qualità tecniche e fisiche per giocare in attacco , in difesa e al centrocampo, ma oggi possiamo dire che anche il portiere moderno deve avere tutte quelle qualità che hanno i giocatori che operano in avanti.

Il portiere di oggi deve saper leggere bene la partita , deve saper giocare con i piedi, saper colpire il pallone con la testa e avere un buon senso tattico, insomma il portiere di oggi è un difensore aggiunto in una squadra di calcio, basti pensare a come viene utilizzato Gillet , portiere del Bari.
al quale spesso , molto spesso , è richiesto di giocare con i piedi, di impostare l'azione come se fosse un regista ...diciamo un playmaker.

Il portiere che sa giocare bene con i piedi può essere devastante se fa ripartire un azione, dato che ha la visuale del gioco migliore di tutti …

Ma , come detto in precedenza il questo ruolo è diverso dagli altri , è un ruolo particolare che richiede una forte personalità, un buon portiere

deve avere sangue freddo, deve possedere una grande capacità di decisione, perché in un secondo deve stabilire il da farsi , se uscire, se restare in porta etc, etc.

Insomma fare il portiere non è che sia cosi tanto facile !! Ci vuole una buona preparazione fisica e mentale, e qui entra il ruolo del preparatore dei portieri, figura che a mio avviso non gode ancora di quella visibilità che meriterebbe.

Il Preparatore dei portieri deve lavorare molto , oltre che sulla tecnica e l'atletica, anche sulla psicologia dell'atleta perchè il portiere deve sempre rimanere freddo e distaccato , deve sempre rimanere con la testa "in partita " perchè una minima distrazione può costare cara alla squadra ( vi ricordate il portiere del campionato Marocchino ??!?!? ).

L'errore più grande e il più comune nei portieri è quello di "sedersi" dopo una grande parata dopo aver neutralizzato un calcio di rigore ma poi ... se dopo un solo minuto commetti un errore e la tua squadra perde proprio per questo cosa credi che resterà nella testa della gente ?

Ecco perchè dico che bisogna sempre restare freddi e distaccati , restare concentrati sempre anche dopo una grande parata e anche dopo un piccolo infortunio che magari è costato un gol .

Il Preparatore dei portieri in questo caso deve saper lavorare sulla "testa " del portiere cercando di aumentare l'autostima cercando di andare a toccare le corde giuste e spronarlo ad una massima concentrazione sia in allenamento che nel riscaldamento pre partita .

Personalmente ai miei portieri quando arriva il giorno della partita dico sempre di immaginare come sarà la gara di immaginare le proprie parate, di immaginare i movimenti che dovrà affrontare dei novanta e passa minuti, di provare a sentire nella testa gli applausi del pubblico le grida dei compagni e di immaginare la propria soddisfazione alla fine della gara, soddisfazione perché è stato il vero artefice della vittoria.

Ma soprattutto ciò che rafforza la mente di un portiere è la capacità di tollerare il senso di solitudine, nonostante lui faccia parte di una squadra deve comunque gestire le sue emozioni da solo, essendo esse diverse da quelle di tutti gli altri: lui deve proteggere la porta mentre gli altri la porta la devono varcare .

I veri nemici dei portieri non sono gli attaccanti ma queste cose :

* distrazioni e interruzioni
* difficoltà a tollerare le frustrazioni ( i propri sbaglia)
* stress e percezione della fatica
*emozioni , atteggiamento mentale negativo e dubbi sulle proprie capacità

Ecco perchè il Preparatore deve saper lavorare anche molto nella testa dell'atleta già a partire dalla prima seduta di allenamento per finire a pochi minuti prima dell'inizio della gara ufficiale cercando di cancellare dalla mente del Portiere tutte queste cose .

Di
Juri Lertora